Gran figlio di Putin

Ve lo ricordate Mario Cioni? È il personaggio interpretato da Roberto Benigni nel film “Berlinguer ti voglio bene” del 1977. La sua citazione più famosa è uno sproloquio di oltre cento parolacce messe in fila. Con ogni probabilità un record mondiale – tutto italiano – mai riconosciuto. Iniziava più o meno così: “La merda della maiala degli stronzoli nel culo delle poppe pien di piscio co’ gli stronzoli che escan dalle poppe…” e così via, per qualche minuto. 

Le conosciamo tutti, le parolacce. Anche in altre lingue. Spesso in modo fluente, anche se purtroppo non fa curriculum. Pure al Papa – sebbene sia stata una gaffe, per l’amor del cielo – glien’è sfuggita una. Durante l’Angelus del 2 marzo 2014. Amen.

Stavolta, però, ci ha pensato un altro capo di stato a riscaldare l’atmosfera. Sebbene negli States lo chiamino Sleepy Joe, il presidente degli Stati uniti Joe Biden quando parla del suo omologo russo ci va pesante. Lo ha definito “un pazzo figlio di puttana“. Che se fossero amici, capiresti il senso affettivo di queste parole. Ma tra i due, come è noto, non c’è tutto questo feeling. 

Deludente la risposta ufficiale della Russia. Alla Reuters, il portavoce Dmitry Peskov ha apostrofato Biden con un “cowboy”. Accipicchia, che paroloni. Ma c’è una ragione. Sapevate che in Russia sono state messe al bando le parolacce? È successo proprio nel 2014 ed esattamente qualche settimana dopo la gaffe del Papa. È stato proprio Putin a firmare la legge che vieta il turpiloquio in tv, nei film, durante i concerti e sui media.

Chissà perché allora Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo, si è lasciata sfuggire che Zelensky è un “figlio di puttana” durante una conferenza stampa nel dicembre del 2022. Una cosa è certa: che ci crediate o meno, le parolacce fanno bene alla salute. Al contrario delle bombe. Lo dice una ricerca. Davvero. Quindi, carissime potenze mondiali, provate a stracciare il record di Benigni, invece di fare la guerra. Non ci offendiamo.

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